Caro professore,
È davvero così importante avere
un futuro organizzato, preparato o che ti renda orgoglioso per un’idea avuta
anni prima? È così importante sapere “cosa
farai da grande”? quanti soldi guadagnerai? Come pagherai il mutuo? O forse
starai in una casa d’affitto? È tutto così banale… Mi sono sempre preoccupata
di DOMANI. DOMANI scriverò un libro, DOMANI vivrò in un alloggio a Londra e
sempre DOMANI vedrò le mie amiche che staranno vivendo il loro DOMANI, per bere
un caffè. Ma l’anno scorso mi è successa una cosa che mi ha fatto pensare a
OGGI. Non sono riuscita a superare il primo anno di liceo. Improvvisamente
amici e parenti hanno iniziato a consigliarmi nuove scuole, magari più facili,
o che mi indirizzassero al mondo del lavoro… Ma mentre loro mi dicevano “studia questo per il domani”, mi sono
resa conto che OGGI voglio impazzire su una versione di greco, che OGGI voglio
sapere gli epiteti con cui Omero descrisse Ulisse. OGGI mi piace fare questo e
magari DOMANI farò la barista e ogni tanto scriverò qualche storia. Voglio fare
OGGI quello che mi piace OGGI. È davvero così assurdo non sapere perfettamente
cosa farò DOMANI?Matilda, Iα
Cara Matilda,
La tua lettera mi ha colpito positivamente, perché da essa emerge una
profonda motivazione. Rileggendo la tua riflessione, però, mi rendo anche conto
che, se dovessi rispondere due volte alla stessa domanda, la prossima volta ti
direi che è bene pensare anche al domani. Ma poiché intervengo una sola volta,
ora sostengo fortemente la tua passione. Prima, tuttavia, devo ricordarti che
anche i genitori hanno buone ragioni e che per loro non è facile dare consigli.
Erasmo da Rotterdam, il grande umanista e filosofo olandese, nell’opera Adagi ha raccolto centinaia di proverbi
latini e modi di dire; tra i tanti, egli ricorda che Columella – scrittore
romano di agricoltura vissuto nel I sec. d.C. – riferiva che fra i contadini
africani era diffuso questo proverbio: «bisogna
che il campo sia più debole di chi lo coltiva». E qualcosa di analogo ha
detto Virgilio: «ammira le vaste
campagne,/ coltiva un podere piccino». Per non essere schiacciati dalla
fatica e per reggere l’impresa occorre cercare di cimentarsi con qualcosa che
si possa dominare. I genitori sanno che quando il lavoro non è commisurato alle
forze che i propri figli possiedono in un certo momento, l’insuccesso
provocherà in loro tristezza e abbasserà la loro autostima. Poiché vogliono
evitare ai figli inutili sofferenze, hanno dunque buone ragioni per
preoccuparsi. Ma il senso comune può essere scalfito da un’idea e ribaltato
dalla motivazione, la forza che, come mostrano sia le persone semplici sia i
grandi artisti, consente di superare ostacoli immensi. Ricordi il momento in
cui alle qualificazioni per i mondiali di calcio si sorteggiano gli abbinamenti
tra le squadre? Se una squadra scopre di dover affrontare un avversario forte,
certamente non si ritira, ma si prepara predisponendo bene gli allenamenti, la
strategia e l’incontro finale. È un po’ come dire: «ti è toccata Sparta, rendile onore», ossia hai scelto una scuola
bella e impegnativa, disponiti in modo giusto per affrontare la sfida. In fondo anche
il filosofo francese François de La Rochefoucauld, nelle Sentenze e massime morali, scriveva che «Ci sono poche cose impossibili di per se stesse, e per farle riuscire
ci manca l'impegno più che i mezzi». Quando, come nel tuo caso, c’è
l’impegno – che altro non è che l’attività che deriva dalla spinta del
desiderio –, ognuno scopre energie e forze insospettabili. Quando affermi di
non sapere esattamente cosa farai domani non significa che tu non sia
interessata al tuo futuro. Le tue parole esprimono la volontà di non disporti
in modo superficiale di fronte all’occupazione in cui oggi sei coinvolta. La
determinazione a confrontarti con una versione di greco e a conoscere le storie
di Omero non è segno né di miopia né di superficialità. Nel procedere di una
traduzione, nel diradarsi dell’oscurità, tra suoni remoti e grafia criptica,
hai scoperto che si nascondono visioni del mondo e storie di un tempo lontano.
Ma hai compreso che tutto ciò che riguarda l’uomo è in qualche modo vicino a te
e che nell’orizzonte in cui sei concentrata si nasconde qualcosa di speciale:
la bellezza. È poiché la bellezza è un forza che attrae, è per sentire quella
bellezza che sei disposta a dedicare il tuo tempo prezioso e a faticare. Molti
studenti, fagocitati dalle preoccupazioni per il futuro, spesso non danno
sufficiente peso al proprio lavoro. La scuola propone tuttavia attività non
solo per preparare buoni tecnici, ma soprattutto per aiutare i ragazzi a
realizzare se stessi, affinché siano felici. Occupandoci pienamente di ciò che
stiamo facendo, scegliamo il modo con
cui vogliamo stare al mondo e non solo la funzione
che in esso dovremo esercitare. Hai capito perfettamente che la felicità non si
può posticipare in un futuro indeterminato, perché si può sperimentare
dall’intensità con cui viviamo il presente. Quando domani rivedrai le tue amiche o scriverai un libro, avrai
certamente molte storie da narrare. Sono quelle che hanno sostenuto il senso
profondo della tua vita. Tutti gli insegnanti e i genitori fanno il tifo per
te. Buon anno scolastico,
Matilda!Un caro saluto,
Alberto