Come è possibile che una persona susciti in un’altra sempre lo stesso profondo sentimento? E come è possibile che bastino poche parole o azioni sbagliate a cambiarlo del tutto?
Cara Ilaria,
Mi incuriosisce la tua domanda: stessa persona = stesso sentimento (a volte profondo), credo che tu intenda sia in positivo sia in negativo. Come può una persona suscitare lo stesso sentimento a distanza di tempo in un’altra?
Proverò a risponderti seguendo questo percorso: a) lo stesso sentimento non nasce per la natura dei soggetti; b) per mantenere un sentimento profondo bisogna essere attivi e non passivi.
a) lo stesso sentimento non nasce per la natura dei soggetti;
Allora che cosa accade quando due persone provano lo stesso sentimento? Avviene come tra due magneti? È perché la parte positiva attrae sempre quella negativa o perché le parti con lo stesso segno si respingono continuamente? Ossia avviene per la loro intrinseca natura? Credo di no. È allora come è possibile che due persone, che vivono incessanti cambiamenti interiori ed esteriori, possano provare lo stesso “profondo sentimento” quando si incontrano?
Io penso perché continuano ad alimentare nuovi pensieri positivi (o negativi) sulla stessa persona. La presenza dell’altra persona attiva dentro la nostra mente mappe neurali (della felicità o della repulsione) che in passato avevamo creato. Vengono richiamate alla memoria queste emozioni di piacere o di dolore. La consapevolezza di queste emozioni produce sentimenti positivi o negativi e da questi nascono nuovi pensieri che già ci dispongono positivamente o negativamente verso di lei. L’altro, d’altra parte, reagisce allo stesso modo e, se la comunicazione era stata positiva, ossia aveva prodotto piacere, ognuno dei due si dispone già in una modalità di apertura, di ascolto, di fiducia e di comprensione. Questa modalità di relazionarsi influenza nuovamente i sentimenti e le emozioni.
Il fatto che si provi continuamente un profondo sentimento non indica che le parti sono invariate come nella calamita, indica all’opposto che questo è possibile proprio perché nelle due persone avvengono microscopici adattamenti, continue rielaborazioni, e che viene alimentato un flusso costante di pensieri e di sentimenti, anche a distanza. È grazie al continuo rinnovamento dell’immagine e della rappresentazione dell’altro che si possono mantenere affetti così profondi e duraturi. I pensieri sono certamente responsabili di questo continuo rinnovamento. Grazie al rinnovamento, si consolida la nostra affettività.
b) per mantenere un sentimento profondo bisogna essere attivi e non passivi.
Penso che potremo riassumere questa idea con questa espressione: nella ripetizione si conquista l’(ir)ripetibile. Cioè la profondità della relazione. Vediamo.
Di solito ci viene ricordato cha la nostra vita è irripetibile, ma noi sappiamo che nella nostra vita avvengono però moltissime ripetizioni: persone, eventi, comportamenti. Quello che spesso dimentichiamo è che proprio nelle ripetizioni si crea l’unicità e la specificità dell’esistenza. Mi spiego. Facciamo l’esempio del ripetersi del movimento di una lancetta dell’orologio. Dopo qualche tempo la lancetta ripercorre lo stesso movimento sul quadrante, ma è indifferente agli infiniti passaggi precedenti. Tutto è nuovo, anche se inaugura lo stesso giro.
Oppure consideriamo la ruota di una bicicletta: ogni rotazione generata dai pedali sembra identica a quella precedente. C’è dunque una ripetizione invariata nel movimento delle lancette dell’orologio e nel movimento della ruota. Per le persone è diverso: ogni volta che incontri un’amica, una compagna di scuola, una persona a cui sei affezionata avviene qualcosa di particolare. Tutte le mattine entri in classe e dici ciao ai tuoi compagni. Come un rito. Tutte le mattine, come il giro della ruota. Ma dopo qualche tempo ti rendi conto che quel ciao è più affettuoso o più distaccato, che a volte può essere premuroso, tenero, caldo o più indifferente e disinteressato. Pensa solo alla differenza tra il ciao d’inizio anno e il ciao che vi congederà alla fine dei cinque anni di liceo. Stessa parola, stessa persona, risultati completamente diversi: quella parola è dunque in grado di produrre una iniziale curiosità, un timido interesse, una profonda gioia, un grandissimo sorriso e anche una nostalgia da nodo alla gola che ti farà sciogliere anche molte lacrime. Questo è per dirti che la ripetizione anche di frasi simili produce un cambiamento dentro di noi. Crea un legame e genera la nostra storia. Ora torniamo al punto 1: l’esperienza origina pensieri che influenzano i sentimenti che a loro volta condizionano le emozioni. In quell’apparente ripetizione si creano infinite variazioni che producono davvero l’unicità della vita.
Allora la ripetizione non è noiosa piattezza, invariabile monotonia, ma è come il movimento del cavatappi: ogni giro consente di scendere in profondità. Oppure, se preferisci pensare alla puntina di un giradischi (anche se non se ne vedono più), ogni giro non scorre nello stesso solco, ma in solchi sempre diversi, e questo movimento invece di produrre uniformità genera invece la melodia unica della vita.
Quello che apparentemente è lo stesso incontro con la stessa persona, in realtà ha subito moltissime variazioni. Sono queste microscopiche variazioni che, giro dopo giro, generano la profondità dell’emozione e del sentimento. La profondità dell’affetto si ottiene cioè con il cambiamento, e il cambiamento avviene proprio là dove noi pensiamo che ci sia semplice consuetudine (Il filosofo danese Kierkegaard ha scritto pagine molto belle sulla “ripetizione”, facendola diventare l’emblema della vita matrimoniale: non monotonia, ma graduale conquista di sé nella relazione con l’altro).
La ripetizione di una bella esperienza, d’altra parte non necessariamente è bella. La bellezza si ottiene non dalla semplice reiterazione di un momento o di un’avventura, ma dall’impegno a creare situazioni nuove in un’esperienza simile. Cioè, dipende dall’attività della persona. Ed è per questo che due persone continuano ad amarsi profondamente, non solo per l’attrazione, ma perché si impegnano a generare nuovi pensieri che interpretano continuamente l’altro; l’attrazione rimane alta perché c’è un’attività creativa e ingegnosa incessante fatta di continua immaginazione e rappresentazione dell’altra persona. Da questo potremmo spingerci oltre e dire che l’amore non è (solo) sentimento, ma è un’attività. Ma per questo, facciamo un’altra volta.
È però vero che, a volte, bastano “poche parole o azioni sbagliate” a cambiare i sentimenti. Seneca ricorda che:“Basta un solo giorno a disperdere e a distruggere quanto ha costruito un lungo periodo di tempo con molte fatiche e col favore degli dèi. Chi parlò di un giorno ha assegnato un tempo troppo lungo ai mali che incalzano: basta un'ora, un attimo per rovesciare degli imperi. Ci sarebbe un po' più di conforto per la debolezza nostra e delle nostre cose, se tutte le cose andassero in rovina con la stessa lentezza con cui si formano: invece, gli accrescimenti avvengono lentamente, la rovina rapidamente” [Lettere a Lucilio]. La costruzione dell’amicizia o dell’amore avviene lentamente, ma la distruzione talvolta può essere fulminea. Perché il linguaggio ha il potere di modificare il nostro sentire. Modificando in modo negativo i nostri sentimenti e la modalità di cogliere i segnali che provengono dall’altra persona, ci dispone in modo diverso nei suoi confronti. Se non ci sentiamo più stimati o amati e sentiamo venire meno il rispetto e la considerazione ottenuti in precedenza, ci convinciamo che la relazione si è danneggiata e di conseguenza il nostro corpo attiva emozioni di tristezza e di sfiducia che condizionano i nostri sentimenti e i nostri pensieri. A loro volta, i pensieri intervengono a ritoccare le emozioni. Quello che apparentemente è immobile è invece ciò che si ottiene da un lungo lavoro, in parte conscio in parte inconscio, per mantenere un delicato e fragile equilibrio.
Un caro saluto,
Alberto
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