lunedì 12 dicembre 2011
Trascendere il proprio «io»
Caro professore,
Risalendo dagli albori della storia dell'uomo fino ad oggi si può notare nell'animale uomo una caratteristica che tende a distanziarlo in modo abissale dagli altri animali: la ricerca di esperienze che svicolino dalla normale percezione dei sensi, la volontà e il bisogno di trascendere dal proprio Io ed affacciarsi al mondo circostante con occhi diversi.
Le modalità con cui nel corso della storia si è potuto raggiungere questo obbiettivo sono molteplici e varie, a seconda delle epoche e dei costumi, si va dalla meditazione, alla preghiera, all'ascetismo, all'automutilazione... io vorrei soffermarmi invece sull'aspetto legato all'assunzione di sostanze stupefacenti e droghe.
Partendo degli sciamani, saggi nelle comunità tribali, tramite con la divinità per mezzo di visioni avute sotto l'effetto di allucinogeni, si arriva ai moderni tossicomani, categoria di persone propria di ogni civiltà moderna e di ogni classe sociale, in un rapporto che lega di più o di meno le varie civiltà umane all'assunzione di droghe.
Ma cosa è precisamente la droga? Una forma distorta di divertimento mancato? L'ultima speranza dei derelitti delle società umane? Qual è il rapporto filosofia-droga? E' giusta la condanna di tutte le droghe (ovviamente escludendo l'alcool, certamente più letale di alcune droghe, ma non per questo illegale), o non sarebbe meglio per la nostra società la legalizzazione dei cannabinoidi, riconosciute droghe leggere, meno letali dell'alcool, ma più denigrate dalla società a favore dei traffici illegali in mano a matrici mafiose? E' giusto che, dato che un utilizzo della cannabis è quello stupefacente, una pianta utilizzata dai contadini della stessa Italia sia bandita per una quantità di scopi innumerevoli?
Siscar IV A
Caro Siscar,
Non sono un conoscitore delle differenze tra le droghe, e ti dico la verità, niente è più lontano da me dell’idea di stordirmi con delle sostanze. Qualunque tipo di sostanza. Non ho mai fumato una sigaretta, meno che mai uno spinello. La mia vita è andata in un’altra direzione. Ho trovato altre forme di “stordimento”. Ho avuto delle grandi passioni e ho dedicato la mia vita alle relazioni con gli amici, con i cugini, alla musica, alla lettura, alla filosofia, al volontariato, al teatro, al calcetto. E ho maturato una grande passione negli ultimi anni anche per la scrittura. In tutte queste cose trovo il modo di “perdermi” e di ritrovarmi. Domenica scorsa ho letto su «La Stampa» (4/11/20011) un’intervista realizzata da Alain Elkann a Elie Wiesel (lo scrittore rumeno sopravvissuto all’Olocausto) appena operato al cuore (l’editore Flammarion ha appena pubblicato il suo ultimo libro «Coeur ouvert» in cui Wiesel parla della sua operazione e fa un bilancio della sua vita), e ho ripensato alla tua domanda. Alain Elkann chiede all’autore: «Ha capito molte cose invecchiando?» Elie Wiesel risponde: «Non sapevo di essere così fragile, e poi mi sono reso conto che un’iniezione o una pillola in certi momenti ha più forza del pensiero più profondo, dell’opera filosofica, della musica e anche dei sentimenti amorosi. E quindi protesto moltissimo perché non voglio dipendere da una pillola».
Nella riflessione di Elie Wiesel c’è la consapevolezza che un malato ha bisogno di un’iniezione o di una pillola per riprendersi (talvolta la lettura di Pascal o di Kant può non essere sufficiente:-), ma c’è anche la coscienza che dopo il superamento della debolezza del corpo, la vera forza di un uomo è altrove: nel «pensiero più profondo», in «un’opera filosofica», «nella musica» e «nei sentimenti amorosi». Anch’io, come Wiesel, «protesto» e «non voglio dipendere da una pillola». Ma non voglio perdere la possibilità di «trascendere il mio io», e allora ti spiego come.
Musica
Imparare a suonare uno strumento dà una soddisfazione immensa. A qualunque livello. Già quasi dopo pochi tentativi il suono ti fa sentire appagato. Più conosci la musica, più apri i tuoi orizzonti su un universo straordinario. Io ho iniziato quando ero molto piccolo a pigiare i tasti di un piccolo pianoforte Bontempi arancione (quello della foto). Mi divertivo allora a suonare le canzoncine con le note colorate, e provo una gioia incredibile oggi a suonare autori eccezionali. Più suono Bach (ad es. il «Clavicembalo ben temperato») più sono grato ai miei genitori di avermi permesso di continuare a studiare musica, e più mi rendo conto della complessità e della bellezza di quella musica. Io suono tutti i giorni da tanti anni e ogni giorno mi perdo nell’ammirazione dei grandi autori. Puoi suonare migliaia di volte uno stesso brano e continuerà a stupirti giorno dopo giorno. Se scopri quanta bellezza c’è nell’arte (non solo nella musica), perdi veramente la testa.
Lettura
La lettura è un altro potente farmaco che uso per tutti i miei malanni possibili. È la mia terapia quotidiana, e non c’è pena che non trovi qualche lenimento nella lettura e non c’è gioia che non venga amplificata da essa. Le letture dei filosofi, poi, per me sono come olio su un ingranaggio che tende ad arrugginire: un continuo assestamento delle interpretazioni e un ampliamento delle riflessioni. Quando sono un po’ contratto e il pensiero fatica a fluire, mi immergo in qualche lettura e, seguendo il ritmo del racconto o dell’argomentazione, ogni rigidità svanisce, le preoccupazioni vengono mitigate da altri pensieri. Grazie ai pensieri degli altri e alle loro visioni, si trascende se stessi con grande facilità. (Ti consiglio la lettura di un piccolo libretto (80 pp.) di Miro Silvera, Libroterapia. Un viaggio nel mondo infinito dei libri, perché i libri curano l'anima (Salani 2007) e di un libro che aggiunge altre riflessioni importanti sulla lettura: Manuela Racci, Iniziazione alla libroterapia (Edizioni Mediterranee, 2010)
Passeggiate
Camminare, da soli o con amici, magari in un bosco (la mia passeggiata preferita) è un’attività formidabile per «affacciarsi al mondo circostante con occhi diversi». Cammina senza fretta, osservando con attenzione la natura. Scrive Adriano Labbucci, nel libro Camminare, una rivoluzione, (Donzelli 2011), «Non c'è nulla di più sovversivo, di più alternativo al modo di pensare oggi dominante. Camminare è una modalità del pensiero. È un pensiero pratico. È un triplo movimento: non farci mettere fretta; accogliere il mondo; non dimenticarci di noi, strada facendo». E il filosofo danese Soeren Kierkegaard scriveva: «Soprattutto non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata».
Volontariato
Dalla pro-loco alla Croce rossa. Il volontariato è una dimensione straordinaria per relazionarci con il prossimo. Nel fare qualcosa per gli altri facciamo qualcosa per noi stessi. Nel tempo dedicato agli altri ritroviamo la giusta misura nel rapporto con le cose e con il prossimo. Nell’ultimo mese di vita, mia mamma è stata in un centro di lungo-degenza a Canale d’Alba. Ogni sabato pomeriggio si presentavano ragazzi e adulti vestiti da clown e offrivano ai pazienti dei fiori fatti con i palloncini. Credo che la condivisione di quei momenti non abbia fatto bene solo ai pazienti, ma ai clown stessi. Lo stesso pomeriggio nel salone dell’ospedale venivano due o tre persone a suonare: due chitarre e un mandolino. Suonavano canzoni famose ed eseguivano bene i loro brani. La maggior parte dei pazienti non poteva uscire dalla stanza per vederli, ma ascoltava un po’ di musica. Alla tua età ti puoi prendere cura anche dei più piccoli: è un’attività che responsabilizza molto ed è divertente. Ci si sente più grandi e si condividono bei momenti in relazione. Soprattutto si comprende che prendersi cura di qualcuno è una delle forme più alte di relazione, perché aiuta ad uscire dall’egoismo e ad entrare in empatia con gli altri.
Sport
L’attività fisica è un modo straordinario per stare bene insieme. Io ho iniziato a giocare a calcetto con un gruppo di amici più o meno quando avevo la tua età e solo da poco ho sospeso questa attività. Lo sport, attraverso il divertimento, aumenta la capacità di condividere un progetto e consente di provar piacere anche solo quando si contribuisce a realizzare un buon lavoro.
Lingue
Impara le lingue. Stupisciti della meraviglia delle persone che vivono lontano da te utilizzando altre parole. Impara la lingua per comunicare con più persone; la conoscenza di altre culture e la capacità di dialogare con ragazzi molto distanti da te ti permetteranno di perdere la testa e di essere più a tuo agio nel mondo. Sentirai che il mondo è certamente molto grande, ma che le persone possono essere vicine e possono cooperare per risolvere problemi comuni.
Giornali
La lettura di qualche giornale ha un effetto benefico e eccitante. I quotidiani: puoi diventare competente di qualche nuovo Paese, allargando la tua dimensione del “mondo”; ma puoi appassionarti a qualche tematica specifica. É la complessità che ci fa uscire di senno: compra Focus, leggi Tuttoscienze, compra qualche rivista specialistica e appassionati ad un argomento. Bisogna voler bene a qualcosa per essere ripagati dalla conoscenza. La ricchezza della vita e della ricerca sono nella complessità che la vita porta con sé e che le varie discipline cercano di indagare.
Anziani
Incontra gli anziani e parla con loro. Cerca di scoprire il mondo in cui sono vissuti. La relazione con le persone e con il passato è una grande forma di trascendenza e di dislocazione del proprio «io». Aiuta a conoscere altri vissuti, altri tempi, altre logiche, altri modi di condividere la vita.
Potremmo ovviamente continuare per molto, o approfondire quello che abbiamo accennato. Non ho competenze specifiche sulle droghe, ma so che l’uomo è tale se è in relazione agli altri; i filosofi direbbero che l’uomo per natura è trascendenza, perché è portato a costruire relazioni per costruire se stesso. Quindi, come vedi, non occorre andare molto lontano: nelle varie forme di relazione perdi veramente la testa, ma la conservi per il giorno dopo.
Un caro saluto,
alberto
P.S. Cerca la complessità, perché perdersi nella complessità è la grande avventura della nostra vita. Evita quello che ti riduce, non perché sia un male in sé, ma perché ti priva della possibilità di accedere alle meraviglie della vita, della storia, degli uomini. La gioia e l'ubriacatura che provengono dall'accesso alla comprensione non hanno eguali, sono ripetibili e durature.
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