Cerca nel blog

Cor-rispondenze

lunedì 13 maggio 2013

L'arte della meditazione



Christophe André, Dell’arte della meditazione, Milano, Corbaccio, 2012, pp. 304, euro, 26,00.

Christophe André è uno psichiatra che lavora presso l’Ospedale Saint-Anne, a Parigi. “Dell’arte della meditazione” è la traduzione del testo francese “Méditer, jour après jour”, un manuale pratico e poetico che ha l’obiettivo di condurre il lettore alla «piena consapevolezza di sé», un traguardo che avviene attraverso la comprensione razionale, il sentimento e un piccolo tirocinio. Il testo contiene deliziose riflessioni (pour comprendre) e bellissime immagini a colori di capolavori dell’arte pittorica (pour ressentir). Al testo italiano, tuttavia, manca il cd di esercizi (pour pratiquer), allegato invece all’edizione francese. (Christophe André - che ha una voce molto calma e suadente - usa infatti la meditazione anche come terapia per i suoi pazienti). Tale mancanza, per certi aspetti, sembra smentire la tesi di fondo del libro stesso (curiosamente, al cd si fa riferimento a p. 28, senza giustificarne l’assenza); infatti, la meditazione non è riducibile alla conoscenza, e dunque la semplice lettura - pur così indispensabile - senza la pratica non consente di ottenere completamente il risultato sperato. Tuttavia, Christophe André è molto bravo, anche solo con la riflessione scritta, ad avviare il lettore all’arte della meditazione. Attraverso l’analisi di 25 opere d’arte (da Rembrandt a Hopper, da Magritte a Doig) egli riesce a far comprendere come gradualmente ci si possa affrancare dalle parole, per passare da una dimensione cognitiva ad una sensitiva, affinché dal sentire si avvii un nuovo processo interiore. La coscienza si svuota e lo sguardo si colma: la coscienza si libera gradualmente dalle parole, si immerge nelle immagini, allenta la presa sulla realtà e disimpara a razionalizzare ogni cosa. Mentre lo sguardo, perdendosi a poco a poco nelle immagini, dopo aver liberato la mente dai giudizi affrettati e dalle riflessioni incalzanti, assimila la realtà come per osmosi. E così il lettore impara a dirottare l’attenzione, costantemente impegnata ad inseguire i richiami esteriori, alle innumerevoli ricchezze che popolano il mondo interiore. La «piena consapevolezza», secondo l’autore, consiste infatti «nell’intensificare la propria presenza nell’attimo, nell’immobilizzarsi per impregnarsene, anziché sfuggirlo o volerlo modificare mediante l’azione o i pensieri». Il libro è così bello che ci si ferma spesso, come per sentire nuovamente il profumo di un fiore appena colto, e poi si scopre che - quasi inconsciamente - la mano è portata a poggiarsi sulla pagina di sinistra per riprendere gli ultimi passaggi, perché l’occhio, costantemente abituato a correre, qui è costretto a rallentare. Così il movimento a ritroso serve ad impostare il tempo delle pause, a imporre una dilatazione del respiro. Grazie a questa continua fluttuazione, poco per volta si riduce la dicotomia tra io e mondo, fino a non sentire più la differenza tra interiorità ed esteriorità, come avviene nella brezza estiva, quando dopo lunghi respiri sopraggiunge una fusione tra il nostro respiro, dentro, e la brezza del mondo, fuori.
Un caro saluto,
Alberto

Nessun commento: