Caro professore,
L'amore, che è il sentimento che pare abbia caratterizzato tutta l'esistenza dell'uomo, è cambiato e muta durante i secoli? Penso ai miei nonni, che ora si prendono cura uno dell'altro con devozione; ma mio nonno afferma di aver sposato sua moglie perché ormai doveva sposarsi e lei era in età da marito. Quando per molti secoli regnava l'assoluto maschilismo certamente anche l'amore era diverso. Altro importante caso sono i matrimoni combinati. Possiamo dire che l'amore sia cambiato e che oggi amiamo con più sincerità? Conoscendo anche meglio l'altra metà della mela?
Francesca, IIIA
L'amore, che è il sentimento che pare abbia caratterizzato tutta l'esistenza dell'uomo, è cambiato e muta durante i secoli? Penso ai miei nonni, che ora si prendono cura uno dell'altro con devozione; ma mio nonno afferma di aver sposato sua moglie perché ormai doveva sposarsi e lei era in età da marito. Quando per molti secoli regnava l'assoluto maschilismo certamente anche l'amore era diverso. Altro importante caso sono i matrimoni combinati. Possiamo dire che l'amore sia cambiato e che oggi amiamo con più sincerità? Conoscendo anche meglio l'altra metà della mela?
Francesca, IIIA
Cara Francesca,
Studiosi della vita di coppia riferiscono che in passato due
persone si separavano perché si detestavano, mentre oggi è molto probabile che
si separino perché non si amano abbastanza. Certo, è vero, molte volte uomini e
donne sono stati insieme per esigenze economiche, per bisogno di protezione, di
sicurezza, per motivi sociali legati al ceto di appartenenza o per altri ragioni.
Oggi, forse, le persone sono meno disposte ad accettare giustificazioni
all'unione che non siano il motivo stesso dell’amore. Si sta insieme per amore
e questo rimane il momento più alto della felicità. Mi soffermo su quattro
aspetti della tua bella lettera: 1. Dici che tuo nonno “afferma di aver
sposato sua moglie perché ormai doveva sposarsi e lei era in età da marito”.
Questo fatto sembra richiamare un elemento di calcolo o di freddezza nella
poesia dell’amore; diventa difficile da accettare, perché spesso riteniamo che
il progetto sia un elemento estraneo che rompe
l’incanto dell’innamoramento. Vogliamo che non si introducano elementi di pianificazione in ciò che, se non accade
spontaneamente, sembra essere snaturato. Tuttavia, come per intraprendere un’attività
occorrono gli strumenti e non sono sufficienti il semplice desiderio e la
fantasia, così senza concretezza non si dà attuazione al proprio disegno, e la
consapevolezza del limite temporale della vita aumenta il valore che si dà al
tempo per poter realizzare anche un percorso di vita insieme. Hai scelto una
bella espressione per indicare l’amore dei tuoi nonni: “si prendono cura
uno dell’altro”. 2. Prendersi
cura dell'altro credo sia la
qualità essenziale dell'amore. Nel prenderci cura dell'altro mostriamo
interesse rinnovato nei suoi confronti, premura verso i suoi bisogni e
dedizione verso la vita che lentamente si trasforma. Lo diciamo anche in certe
espressioni: una persona tras-curata,
infatti, è abbandonata a sé, è ignorata; e se uno è abbandonato presto si tras-cura, ossia si
disinteressa a sé, si lascia andare, diventa debole e cede al peso degli anni e
della vita. Cura è una parola che richiama anche la
terapia, ossia quella modalità di intervento che permette di ristabilire la
salute di una persona. Sì, perché l'interesse verso la persona è terapeutico,
le permette di sentirsi viva e di sentirsi amata. E chi sa di essere amato è
più forte, perché l’attenzione è un potente medicamento dell’anima. 3. E’
significativa anche la modalità con cui indichi la loro relazione: con dedizione. La parola dedizione sta a metà strada tra il rispetto e il culto.
La dedizione è fatta di rispetto (respicere), ossia della capacità di saper guardare l’altro per quello che è e per la
dignità umana che è in lui; perché ognuno dei due è l’unico che conosce le
esperienze dell’altro, il suo vissuto, la sua storia. Solo tuo nonno, oggi,
porta dentro di sé la storia della nonna e i suoi vissuti. I tuoi genitori sono
venuti dopo, e tu dopo ancora. Lui vede nella nonna quello che altri non vedono
più, il tempo della sua giovinezza e tanti altri istanti vissuti insieme, le
sue fantasie, i suoi sogni e il suo passato. E nella dedizione c’è anche un
richiamo al sacro, che ci ricorda il legame con il divino. Nell’amore, infatti,
sperimentiamo la forma più importante del legame tra le persone, ed essendo la
forma più alta del legame umano è bello dire che è un legame divino. Come il devoto ritorna infatti con i propri pensieri
a ciò che ama, così l’amante vuole stare vicino all’oggetto del suo amore. 4. “Amiamo con più sincerità perché conosciamo meglio
l’altra metà della mela?” La
conoscenza della persona può aumentare l’amore, ma non basta. Quando si ama
qualcuno lo si comprende meglio: a due innamorati basta uno sguardo per capire
se c’è qualcosa che non va. È a partire dall’amore, dunque, che aumenta la
conoscenza. Il filosofo Umberto Galimberti, nel libro L’ospite inquietante, cita
una frase di Paolo di Tarso: "Non si entra nella verità senza l'amore (Non intratur in veritate nisi per
caritatem)". La comprensione, come vedi, passa attraverso l’amore.
Infatti, è proprio grazie all’amore che anche tu riesci ad afferrare le
sfumature dell’affetto dei tuoi nonni. Poiché gli adolescenti sono molto svegli
e sanno distinguere nelle relazioni ciò che è autentico da ciò che è artefatto,
credo che i tuoi nonni siano fortunati, perché hanno una nipote molto attenta
che sa leggere le tonalità emotive; ma penso che anche tu sia più ricca, perché
hai fatto esperienza dell'amore nella forma più alta, che è quella della
testimonianza e non dell’idealizzazione. La vita vissuta emana un’energia in
grado di persuadere le persone che anche la qualità dell’amore è possibile.
Un caro saluto,
Alberto
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