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Cor-rispondenze

lunedì 31 ottobre 2016

Oggi, non domani





Caro professore,
È davvero così importante avere un futuro organizzato, preparato o che ti renda orgoglioso per un’idea avuta anni prima? È così importante sapere “cosa farai da grande”? quanti soldi guadagnerai? Come pagherai il mutuo? O forse starai in una casa d’affitto? È tutto così banale… Mi sono sempre preoccupata di DOMANI. DOMANI scriverò un libro, DOMANI vivrò in un alloggio a Londra e sempre DOMANI vedrò le mie amiche che staranno vivendo il loro DOMANI, per bere un caffè. Ma l’anno scorso mi è successa una cosa che mi ha fatto pensare a OGGI. Non sono riuscita a superare il primo anno di liceo. Improvvisamente amici e parenti hanno iniziato a consigliarmi nuove scuole, magari più facili, o che mi indirizzassero al mondo del lavoro… Ma mentre loro mi dicevano “studia questo per il domani”, mi sono resa conto che OGGI voglio impazzire su una versione di greco, che OGGI voglio sapere gli epiteti con cui Omero descrisse Ulisse. OGGI mi piace fare questo e magari DOMANI farò la barista e ogni tanto scriverò qualche storia. Voglio fare OGGI quello che mi piace OGGI. È davvero così assurdo non sapere perfettamente cosa farò DOMANI?
Matilda, Iα

 
Cara Matilda,
La tua lettera mi ha colpito positivamente, perché da essa emerge una profonda motivazione. Rileggendo la tua riflessione, però, mi rendo anche conto che, se dovessi rispondere due volte alla stessa domanda, la prossima volta ti direi che è bene pensare anche al domani. Ma poiché intervengo una sola volta, ora sostengo fortemente la tua passione. Prima, tuttavia, devo ricordarti che anche i genitori hanno buone ragioni e che per loro non è facile dare consigli. Erasmo da Rotterdam, il grande umanista e filosofo olandese, nell’opera Adagi ha raccolto centinaia di proverbi latini e modi di dire; tra i tanti, egli ricorda che Columella – scrittore romano di agricoltura vissuto nel I sec. d.C. – riferiva che fra i contadini africani era diffuso questo proverbio: «bisogna che il campo sia più debole di chi lo coltiva». E qualcosa di analogo ha detto Virgilio: «ammira le vaste campagne,/ coltiva un podere piccino». Per non essere schiacciati dalla fatica e per reggere l’impresa occorre cercare di cimentarsi con qualcosa che si possa dominare. I genitori sanno che quando il lavoro non è commisurato alle forze che i propri figli possiedono in un certo momento, l’insuccesso provocherà in loro tristezza e abbasserà la loro autostima. Poiché vogliono evitare ai figli inutili sofferenze, hanno dunque buone ragioni per preoccuparsi. Ma il senso comune può essere scalfito da un’idea e ribaltato dalla motivazione, la forza che, come mostrano sia le persone semplici sia i grandi artisti, consente di superare ostacoli immensi. Ricordi il momento in cui alle qualificazioni per i mondiali di calcio si sorteggiano gli abbinamenti tra le squadre? Se una squadra scopre di dover affrontare un avversario forte, certamente non si ritira, ma si prepara predisponendo bene gli allenamenti, la strategia e l’incontro finale. È un po’ come dire: «ti è toccata Sparta, rendile onore», ossia hai scelto una scuola bella e impegnativa, disponiti in modo giusto per affrontare la sfida. In fondo anche il filosofo francese François de La Rochefoucauld, nelle Sentenze e massime morali, scriveva che «Ci sono poche cose impossibili di per se stesse, e per farle riuscire ci manca l'impegno più che i mezzi». Quando, come nel tuo caso, c’è l’impegno – che altro non è che l’attività che deriva dalla spinta del desiderio –, ognuno scopre energie e forze insospettabili. Quando affermi di non sapere esattamente cosa farai domani non significa che tu non sia interessata al tuo futuro. Le tue parole esprimono la volontà di non disporti in modo superficiale di fronte all’occupazione in cui oggi sei coinvolta. La determinazione a confrontarti con una versione di greco e a conoscere le storie di Omero non è segno né di miopia né di superficialità. Nel procedere di una traduzione, nel diradarsi dell’oscurità, tra suoni remoti e grafia criptica, hai scoperto che si nascondono visioni del mondo e storie di un tempo lontano. Ma hai compreso che tutto ciò che riguarda l’uomo è in qualche modo vicino a te e che nell’orizzonte in cui sei concentrata si nasconde qualcosa di speciale: la bellezza. È poiché la bellezza è un forza che attrae, è per sentire quella bellezza che sei disposta a dedicare il tuo tempo prezioso e a faticare. Molti studenti, fagocitati dalle preoccupazioni per il futuro, spesso non danno sufficiente peso al proprio lavoro. La scuola propone tuttavia attività non solo per preparare buoni tecnici, ma soprattutto per aiutare i ragazzi a realizzare se stessi, affinché siano felici. Occupandoci pienamente di ciò che stiamo facendo, scegliamo il modo con cui vogliamo stare al mondo e non solo la funzione che in esso dovremo esercitare. Hai capito perfettamente che la felicità non si può posticipare in un futuro indeterminato, perché si può sperimentare dall’intensità con cui viviamo il presente. Quando domani rivedrai le tue amiche o scriverai un libro, avrai certamente molte storie da narrare. Sono quelle che hanno sostenuto il senso profondo della tua vita. Tutti gli insegnanti e i genitori fanno il tifo per te. Buon anno scolastico, Matilda!
Un caro saluto,
Alberto