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Cor-rispondenze

lunedì 25 novembre 2019

Affrontare la vita


Risultato immagini per la scelta

Caro professore,
Non è facile fare le scelte giuste. Né perdonare. Tanto meno rischiare. Insomma, non è una cosa semplice vivere. I problemi nascono quando inizi a formulare pensieri e domande a cui non sai cosa rispondere; l’adolescenza è un periodo incerto, bipolare. Quando bisogna scegliere la scuola superiore e poi cercare di sopravviverci dentro, si è in uno stato d’ansia continuo, specialmente in un liceo. «Ho sbagliato scuola!», «non ce la faccio», «il latino e il greco non servono a niente». In più ci sono i classici problemi personali, i litigi con i genitori e con i fratelli più piccoli, l’amore, i professori, le amicizie che sono un punto interrogativo; alcune a volte nascono, altre, al contrario, muoiono, altre ancora sono “false”, alcune difficili. Gli studenti, come me, sono davanti a un muro con mille porte, ma non sanno quale scegliere. Normalmente inseguono i propri sogni che sembrano semplici da raggiungere perché si è motivati, ma alla fine anche per questi si deve soffrire, sbattere la testa, stufarsi, per poi ritornare allo stato iniziale di inseguimento... Spesso ci mettiamo nei guai. A volte abbiamo solo voglia di distruggere tutte le porte di fronte a noi e costruirne una nuova, come ci piace, dove tutto va bene, che ci conduca ad un mondo dove non si soffre. Come si fa a scegliere le cose giuste?
Arianna, II beta


Cara Arianna,
C’è chi sceglie impulsivamente, chi in modo ponderato; chi ha un’intuizione fulminea che gli indica un cammino da seguire (o da evitare) e poi si butta e va, e chi deve tenere conto di tutti i fattori possibili prima di compiere il primo passo. Io a volte lascio che sia il mio pilota automatico a orientare le scelte, altre volte, come un antico cartografo, vaglio mille volte le possibilità e le conseguenze di una rotta prima di mettere la mia barchetta nell’acqua. Il pilota automatico è dato dall’età. L’età ha vantaggi e svantaggi, certo; ma ognuno di noi ha costruito il proprio modo di stare al mondo, i propri valori, e qualche volta le scelte vengono operate grazie a quell’opera di sintesi che la nostra vita ha già selezionato. Altre volte mi comporto un po’ come un’assemblea o un parlamento in cui prima di approvare una legge si fanno mille obiezioni e critiche, poi si passa ad una commissione ristretta e poi le leggi ritornano in parlamento dove qualcuno dice che si poteva anche fare una legge migliore, ma poi va bene così. In un libro sul futuro dell’Unione europea, un autore mi ha ricordato che come preambolo delle leggi emanate dall’antica agorà ateniese era inserita la seguente formula: «édoxe tê boulè kai tô demo», ossia  «ritenuto buono dall’assemblea e dal popolo». C’è dunque una decisione che, dopo tanta riflessione, viene considerata valida quando hanno parlato le molteplici voci contrastanti che vivono nella società. Significa che ciò che è stato giudicato buono – non perfetto – semplicemente buono, ossia migliore di altri percorsi possibili, diventerà poi una legge che guiderà la vita di tutti. Credo sia un sano modo di procedere anche nella vita individuale: la tua scelta meditata – dopo tanto travaglio interiore – diventerà per te una norma che dovrai avere il coraggio di seguire. Dovrai, per così dire, subire le conseguenze di quella sentenza e ricordarti che le tante voci che risuonavano dentro di te avevano individuato una modalità più adatta di altre per realizzare le tue potenzialità. Naturalmente, con l’incremento della conoscenza, comprenderai se quella intrapresa è proprio la strada che ti caratterizza e in cui ti puoi perfezionare. Oppure, come in una democrazia, il dibattito interno dei tuoi pensieri, arricchiti da nuova esperienza, potrà condurti a ridiscutere la tua “legge” o ad affinarla alla luce di nuove acquisizioni. È importante tuttavia che si raduni l’assemblea dentro di te, che tu dia spazio alle voci concordanti e discordanti, e che non ne censuri nessuna. Una volta che il parlamento interiore è stato convocato, ossia che hai trovato il tempo per meditare a fondo vantaggi e svantaggi di un’alternativa, allora potrai passare al voto e ubbidire alla tua maggioranza. Per far parlare le proprie voci ci vuole tempo. Pazienza. E coraggio. Il coraggio di ascoltare anche le obiezioni più dolorose. Tuttavia, una volta accettata la decisione – come direbbe Cartesio –, bisogna essere risoluti, ossia perseveranti. La perseveranza equivale, nel tuo vocabolario, a «sopravvivere nella scelta». È la scelta giusta? Bisogna fidarsi delle buone ragioni della disputa interiore che ha condotto alla legge. Anche quando il “parlamento” e la “democrazia” sono fragili o destabilizzati da fratelli egoisti, genitori caparbi e professori, magari un po’ démodés, ma che portano spesso con entusiasmo il peso delle scelte che hanno fatto in gioventù. In ogni caso, non preoccuparti se non hai individuato fin da subito l’opzione migliore. Il filosofo Slavoj Zyzek ricorda che «la scelta giustaè possibile solamente la seconda volta, dopo quella sbagliata; questo vuol dire che è solo l’iniziale scelta sbagliata che crea letteralmente le condizioni per la scelta giusta». Non ci sono asettiche scelte giuste che valgano per tutti e in ogni tempo. Si riconoscono le scelte giuste a partire dal proprio percorso personale. Si impara dalla vita. C’est la vie.
Un caro saluto,
Alberto Lusso