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Cor-rispondenze

lunedì 25 ottobre 2010

La falsità sconvolge la vita



Caro professore,
La falsità è una tematica che mi colpisce nel profondo, perché ultimamente ha sconvolto la mia vita. La falsità di persone che mai credevo fossero false, e mi hanno calpestato e voltato le spalle senza ritegno, senza chiedersi perché, dimenticando o forse volendo dimenticare tutto, e non hanno voluto capire; basandosi su un dettaglio da nulla hanno distrutto un sentimento che credevo vivo in loro senza una minima spiegazione: mi hanno tradito; penso che la falsità sia la cosa più terrificante soprattutto quando uno non se l'aspetta. Insomma, scoprire di essere attorniati da persone false, che pongono il primo ostacolo per farti cadere è una morte. E mi struggo a pensare: perché? Perché le persone che più mi erano vicine si devono rivelare in questo modo? Sbaglio io, sì, a dare l'anima per un'amica/o, tutto quello che posso, e quello che mi torna indietro è pura falsità e nessun punto d'appoggio. E mi chiedo, perché per colpa della mia bontà mi sento sola, e per colpa della falsità di qualcuno soffro? Ci si sente morire quando si scopre che un'amica in realtà non è un'amica, ma è una persona falsa, e purtroppo, ormai l'ha dimostrato in tutti i modi. Bisogna avere la forza di rialzarsi, di pensare che il mondo è pieno di persone che ti meritano e ti vogliono per quello che sei, che non si dimostreranno false, che ti danno aiuto quando ne hai bisogno, sinceramente; e per fortuna questa forza io ce l'ho avuta. La falsità crea delusione, ma dopo tutto grazie a lei si cambia, si guarda il mondo con altri occhi, si capiscono quali sono le persone vere e degne di un'amicizia vera e si spera che le altre presto se ne accorgano. È difficile tutto questo, spero di avercela fatta, professore.
Carlotta


Cara Carlotta,
Hai scritto una lettera molto bella, Carlotta. Nelle tue parole emerge la sofferenza di una persona molto sensibile che crede fortemente nell’amicizia. Mi hai fatto venire in mente una frase di Adam Smith che ho letto un po’ di tempo fa: “Il carattere che manifesta un'estrema umanità mostra una sorta di impotenza, che ci impietosisce più di ogni altra cosa. Non ha nulla in sé che lo renda sgraziato o spiacevole: soltanto, ci rammarichiamo del fatto che non è adatto al mondo, perché il mondo ne è indegno, e perché espone come una preda la persona che lo possiede alla perfidia e alla falsità, oltre che a migliaia di sofferenze e disagi, da lei meritati meno di chiunque altro e generalmente per lei insopportabili”. (A. Smith, Teoria dei sentimenti morali, Bur 1995). Chi è sensibile è più esposto alla perfidia del mondo, alle bassezze delle persone e a volte, purtroppo, soffre di più. La falsità fa male. La falsità e la menzogna ci divertono solo se sono usate in un contesto di gioco e di divertimento. Dunque, temporaneamente. E ci divertono se alla fine vengono smascherate e il gioco viene rivelato. A volte l’inganno ci allieta, ma mai quando è un inganno tra amici. La menzogna nei rapporti di amicizia ci affligge nel profondo. È qualcosa di più dell’essere ignorati o abbandonati. Perché la menzogna nelle relazioni ci svela che coloro che abbiamo creduto avessero i nostri valori e la nostra sensibilità sono diversi. La consapevolezza del tradimento e l’ambiguità della relazione generano sofferenza; aumentano l’incertezza nei legami affettivi, l’insicurezza nei rapporti, il dubbio negli incontri. Un fiducia tradita è una ferita aperta che duole. A questo dolore seguono poi l’umiliazione dell’abbandono, l’avvilimento per un voltafaccia inatteso e la coscienza del fallimento della relazione. Dopo un’esperienza di forte delusione si rischia, come dici tu, di cambiare: “si cambia, si guarda il mondo con altri occhi”, perché l’esperienza di profonda frustrazione sovverte la vita relazionale e il mondo interiore. Tu dici: “ha sconvolto la mia vita”. Già, ha scon-volto la vita, perché ha deturpato il “volto” con cui andiamo incontro alla vita. Il volto è il nostro modo di incontrare il mondo, perché il volto si modella proprio nell’incontro con gli altri. Se si viene scon-volti, si muta il volto, ossia il modo di incontrare le persone. Rischiamo di guardare gli altri con delle categorie interpretative negative, inadeguate, alterate. Ma questo modo distorto di incontrare persone nuove può produrre ulteriore sofferenza.
Sai Carlotta, non tutti sono all'altezza dei valori che dichiarano. È difficile dimenticare un voltafaccia o un tradimento, soprattutto nell'amicizia, perché l'amicizia è oggetto di grande investimento affettivo, di tempo e di dedizione. Per far nascere amicizia ci vuole reciproca cura nel corso del tempo. E quando entra in gioco la falsità ci rendiamo conto che un'amicizia è destinata ad essere perduta, forse definitivamente, e che difficilmente si può recuperare.
È difficile lenire il dolore, perché il dolore del tradimento spesso non si estingue mai del tutto. Perché la menzogna non è un incidente di percorso che si può condividere o recuperare; la menzogna è il venir meno alle regole implicite dell'amicizia. E l'amicizia non è incondizionata: è condizionata dalla coerenza e dall'integrità della relazione. Se l'amicizia si apre in questa dimensione le persone si possono incontrare, ma la comunicazione non deve essere distorta o monca. Deve essere integra e leale, perché in questa speciale relazione le persone si aprono le une alle altre e in questo modo imparano a fidarsi del prossimo e a crescere. L’apertura agli altri consente di avviare un'interpretazione di sé e del mondo più profonda.
Nei legami si trova comprensione e ci si sente accolti; ma la condizione dello scambio è quella della dignità. Con gli altri condividiamo le nostre speranze, i nostri cambiamenti, il nostro destino, le nostre frustrazioni, i nostri errori. Non si può imporre la virtù, e neppure si possono persuadere gli altri a comportarsi in modo virtuoso. Il mondo non si comporta come vorremmo e talvolta cercare di far finta di nulla non è rispettoso nei nostri confronti.
Eppure dobbiamo continuare ad investire nelle relazioni, proteggendo la nostra dignità e la dignità della nostra relazione da coloro che tentano di stravolgerla, di ridurla o di menomarla. La vita diventa degna di essere vissuta quando diamo dignità ai nostri rapporti. Nel campo della relazione facciamo pertanto esperienza della moralità; ma chiediamo conto anche della moralità altrui.
Forse la ferita che in questo momento ti fa soffrire ti offre anche la possibilità di guardare più a fondo il mondo dei rapporti interpersonali; può suggerirti nuove prospettive per rinegoziare un rapporto e per giungere a compromessi.
Non siamo mai al riparo dal tradimento degli altri. Però sappiamo che solo nella fiducia si può formare l'amicizia. E abbiamo così bisogno di amicizia da ricreare nuovamente nuovi rapporti per socializzare. Ma è importante chiarirsi per evitare fraintendimenti; occorre scoprire le esigenze diverse, chiarire i propri bisogni e ricordare che nelle relazioni è fondamentale imparare un’arte importante: quella di negoziare. Per condividere qualcosa, per vivere insieme, occorre chiarire le proprie ragioni e, molto spesso, avere calma e serenità per fermarsi a dialogare.
Un caro saluto,
alberto

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