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Cor-rispondenze

lunedì 6 dicembre 2010

LETTERA DI SEPIDEH ROUHI AGLI STUDENTI DEL LICEO DI BRA








Cari ragazzi di Bra,

vi scrivo per ringraziarvi della calorosa accoglienza che mi avete mostrato nelle due giornate da me trascorse nella vostra splendida cittadina. Ad essere sincera non mi sarei mai aspettata una tale attenzione e partecipazione da un pubblico di studenti in quanto, io stessa, liceale fino a qualche mese fa, stentavo a mantenere l’attenzione durante le solite conferenze con esperti vari durante le assemblee di istituto presso la mia scuola.
È stato un onore, oltre che un piacere, potervi parlare della mia cultura, del mio lavoro e della mia vita. Ho scorto visi attenti e concentrati durante la lettura di alcuni brani tratti dal libro, che non mi stancherò mai di consigliarvi.
Mi sono divertita. Quelle due giornate trascorse con voi sono state un tuffo nella vecchia vita (da poco abbandonata) del liceo. Vi ho visto sorridenti, disponibili e gentilissimi. Ho fatto un sacco di nuove amicizie e conosciuto persone singolari. Mi sono rincuorata del fatto che esistono ancora ragazzi semplici, educati e con tanta voglia di fare e divertirsi. Vi ho visto molto uniti tra di voi. Non ho fatto alcuna fatica ad intrufolarmi tra i vostri discorsi quotidiani, non mi avete fatta sentire diversa. Ho ancora i vostri applausi e complimenti nelle orecchie. Ho la pagina di facebook piena delle vostre richieste d’amicizia
Appena rientrata a Milano dal weekend in vostra compagnia, a sera nel mettermi a dormire, mi ha assalito un senso di malinconia, quello che si prova quando si saluta un amico che parte per un lungo viaggio o quando si torna da una vacanza particolarmente memorabile. Vi ho pensati e mi siete subito mancati. Avevo voglia di conoscervi meglio. Avevo voglia, di tornare al liceo!
Ma bando ai sentimentalismi. Solitamente, questo tipo di lettere si chiude con un augurio particolare o un consiglio filosofeggiante stile saggio giapponese. Non ho auguri particolari da fare (se non quelli di Natale) e non sono giapponese (al massimo iraniana). Vi propongo, invece, un mega abbraccio virtuale e me ne torno a studiare, visto che, ahimè, ogni esame universitario sembra la fine di quadrimestre al liceo: centinaia e centinaia di pagine da studiare in una sola volta, all’ultimo secondo, come al solito; perché tanto, a scuola, è sempre meglio rimandare J
Un bacione (in particolare a Mitch che si è dimenticato di lasciarmi il suo numero),

Sepi
P. s : Leggete il libro!!!!

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