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Cor-rispondenze

lunedì 7 febbraio 2011

Il senso della vita (IV parte)



7. “Pensa ora alla vita sulla terra, agli esseri umani, agli animali, alle piante. Pensa al cosmo, ai pianeti, alle galassie”. Come spieghi la vita? E che significato dai alla vita?

L'altro giorno stavo aiutando mio padre nella stalla e tutto ad un tratto ho iniziato a fissare un vitello qualunque e a riflettere sulla sua condizione di vita. Questo vitello nasce in Francia, sta solo un mese con la madre, poi le viene portato via per essere trasferito in Italia dove viene svezzato, ingrassato e poi macellato. Passa tutta la vita, cioè fino a quando non viene macellato, chiuso in un recinto, e le uniche cose che può fare sono: mangiare, bere e dormire. Nient'altro al di fuori di queste tre cose. E qui mi viene da chiedere che senso abbia vivere per lui, e se poi penso alla fine che fa mi vengono i brividi. Eppure la vita è così, ognuno deve fare ciò che è stato deciso da Dio e soprattutto seguire il proprio destino.

Posso dire che, in generale, alcune delle idee che io ho della mia vita personale posso considerarle valide anche per la vita in generale. Tutto, secondo me, è stato creato da Dio per un motivo ben preciso, ogni cosa così come ogni essere umano, pianta o animale, è indispensabile per qualcosa, perché se sono stati creati, ci dev'essere un motivo valido e ben preciso. Il cosmo, i pianeti, le galassie, la terra hanno vissuto, vivono e vivranno per sempre; ciò che cambia siamo noi, noi esseri umani, noi piante, noi animali che abbiamo un tempo limitato da vivere, ma che vale davvero la pena vivere pienamente.

Credo che tutto quello che ci circonda (uomini, piante, animali, pianeti) sia regolato da leggi fisiche, matematiche o puramente scientifiche, che tutto sia spiegabile anche se sono consapevole che non tutto è stato spiegato a causa dei limiti umani. Questa forse è una di quelle domande a cui non ho ancora risposto completamente.

Mi sono sempre chiesta come sia possibile la vita su questa terra. E' una cosa che mi affascina da morire: pur essendo credente tengo anche in considerazione la scienza e ad essere sincera non sono in grado di spiegare la vita, forse sarei troppo superficiale o banale. Ma il significato che do alla vita è assai importante, credo che la vita sia qualcosa di speciale, e vivere ancora di più. Per me sinonimo di vivere è viaggiare.

Pochi anni fa avrei certamente risposto che la vita era stata creata da Dio, così come tutti gli esseri viventi, gli animali e le piante, e che il senso della vita era vivere nel migliore dei modi seguendo i vari comandamenti e le norme per garantirsi una buona vita dopo la morte. Ma oggi penso che la vita di per sé non ha un senso vero e proprio, ma ritengo che ognuno di noi deve vivere da subito al massimo, vivendo tutti gli attimi di felicità e tutto ciò che comprende il vivere stesso. Per fare questo secondo me è giusto o meglio necessario che ciascuno di noi trovi un senso alla propria vita. Tutti dobbiamo sapere che cosa vogliamo dalla vita, vivere il presente e trovare quello che per noi è il significato della nostra vita, perché non ci sono risposte giuste (se magari esistono), sul senso della vita in generale.

La vita di un essere umano non è che un misero granello di sabbia nel deserto. Siamo così piccoli e fragili rispetto all'infinità che ci circonda, eppure ci arrabbiamo, soffriamo, amiamo; ma qual è il vero grande motivo per cui siamo portati a fare tutto ciò? Secondo me la vita è un dono, ma a volte anche una condanna. In fondo, dipende da come viviamo noi. Sono convinta che ogni nostro gesto abbia una determinata conseguenza; eppure, pensandoci, il nostro gesto non incide minimamente nella vita di altri milioni di persone, non incide nella vita di un orso polare né per le maree. Sì, credo che la vita degli esseri umani sia paragonabile al nulla e all'insensato, che sia forse anche inutile. Però un sentimento grande come l'amore può giustificare la vita dell'uomo.

La mia impressione su ciò che ci circonda è che più tempo e impegno dedichiamo per scoprire ciò che ci circonda, in un certo senso per renderlo meno misterioso, più scopriamo che in realtà le leggi dell'universo intero ci sorpassano infinitamente. Riflettendo su questo faccio fatica a credere che sia tutto frutto del caso, dello scorrere del tempo, e penso che ci sia qualcuno che ha concepito tutto questo.

Ritengo sia errato considerare la vita e l'esistenza guardando dall'alto, come se guardassimo la terra e l'universo con una lente di ingrandimento. Non ho la più pallida idea di che cosa significhi "vita" al di fuori del nostro corpo e di noi stessi; penso che il significato più profondo e ultimo dell'esistenza sia per noi incomprensibile, per la nostra insignificanza e piccolezza. La vita è comunque qualcosa di bello, diversa l'una dall'altra e unica, e che siamo noi a decidere come vivere questo tempo. Questa decisione basta a spiegarla.

Penso che la vita sia un cerchio: tutto ciò che nasce in un punto, dopo aver percorso tutta la circonferenza, torna nello stesso punto e rinasce poi sotto una nuova forma. Nel mondo animale bisogna rispettare tanto il leone quanto l'antilope. E' vero, il leone è più forte e si nutre dell'antilope, ma quando il leone muore, il suo corpo verrà decomposto, diventerà concime e nutrirà l'erba, e l'antilope si nutrirà di quell'erba. Bisogna avere rispetto per tutto ciò che esiste intorno a noi, perché prima o poi quella cosa o quella persona ci torneranno utili, ed è proprio allora che rimpiangeremo di non averle rispettate.

Sinceramente non lo so... sono ancora abbastanza combattuta sull'argomento. Il mio dubbio di fondo nasce ovviamente dal dubbio su Dio...; in ogni caso per noi la vita sulla terra è qualcosa di straordinario, misterioso e un po' inspiegabile; credo che la sua bellezza stia proprio qua, ovvero nel non "esporsi" del tutto, e non farsi comprendere al cento per cento. E' emozionante che ci sia ancora qualcosa che nessuno può spiegare con certezza nonostante tutti i progressi della scienza. E' qualcosa di irrazionale che, ne sono sicura, nessuno, e ripeto nessuno, potrà mai dire di conoscere con certezza. Neanche tra mille anni. E' mi piace un sacco questa cosa. Comunque mi piace pensare che nei luoghi in cui abbiamo vissuto prima rimanga qualcosa di noi, anche quando andiamo a vivere da un'altra parte o nel più tragico dei casi moriamo.

Interpreto la vita come un dono divino, qualcosa dal valore inestimabile e unico. Essa è, secondo me, un esame continuo che termina soltanto con la morte, ma ricomincia immediatamente nell'aldilà. La vita dunque non va sprecata, perché in terra ce n'è una sola e deve avere come fine ultimo la felicità vera, senza danneggiare il prossimo.

Penso che la vita sia la caratteristica più elevata che un "corpo" possa avere oltre alla ragione e alle particolari abilità che ogni specie ha. Senza la vita nessuna nostra abilità potrebbe esistere.

Credo che questa sia una delle domande a cui l'uomo non troverà mai risposta. Da bambina immaginavo il mondo come una casa delle bambole e che un certo essere (molto simile a babbo Natale) ci muoveva tutti con dei fili invisibili. Beh, oggi non immagino le bambole, ma il senso è molto simile. Finiremo tutti alla stessa stazione, qualsiasi cosa facciamo; la differenza sta nel come decidiamo di arrivarci: c'è chi sceglie la strada più lunga, chi la scorciatoia, chi torna indietro. Quello che dobbiamo mettere in conto è che qualunque strada decidiamo di prendere, possiamo perderla da un momento all'altro e ritrovarci improvvisamente su un'altra via. E' qui che sta l'imprevedibilità della vita e purtroppo della vita non abbiamo la cartina.

Ho sempre pensato che il nostro universo fosse raccolto in una bolla di vetro e che qualcuno ci guardasse: una sorta di "Truman show”, come se fossimo dei piccoli tori raccolti dentro una gabbia di ferro (il nostro universo) e qualcuno ci prendesse come cavie per i suoi esperimenti e ci guardasse evolverci, farci le guerre e progredire, quando possibile.

La vita è come un palloncino legato al polso di un bambino, è come un treno perennemente in ritardo che, però, quando devi prendere, arriva in anticipo; è come l'onda che - nonostante il mare calmo - ci travolge; è come un bouchet da sposa lanciato per aria; è il famoso "codino" delle giostre; è la calza rimasta nascosta in un lenzuolo da stendere appena tirato fuori dalla lavatrice; è come l'ultimo pantalone della tua taglia trovato durante i saldi... La vita è un'occasione. E' l'occasione per dare un senso all'esistenza, perché si può semplicemente "esistere", ma per "vivere" serve ben altro.

L'universo è un immenso palcoscenico sul quale si svolge la meravigliosa tragicommedia della vita. In questo spettacolo siamo tutti primi attori, non c'è nessuno che abbia un ruolo minore; sta a noi dare il meglio di noi stessi per lasciare la nostra impronta sul palcoscenico, anche quando saremo poi usciti di scena.

Essendo una persona razionale, non riesco a vedere la natura diversamente da quella serie di coincidenze fisiche e materiali che l'hanno portata ad essere come si presenta. Non escludo totalmente l'idea di un "creatore del tutto", ma nella mia testa è molto più debole.

Considero la vita un "dono", una coincidenza fortunata che bisogna sfruttare al massimo e non sprecare, mentre qualche anno fa credevo che fosse stata creata da Dio come dice la Bibbia.

Penso che non ci sia dato sapere. Non ci è dato sapere il vero significato della vita, possiamo solo trovare un nostro senso personale e prossimo ad una verità interiore.



8. “E il significato che dai alla vita in generale, che impatto ha sulla tua vita personale? Come dirige le tue priorità, le tue scelte, i tuoi comportamenti?”.


In realtà la vita è niente, noi siamo frutto del caso, basta una minima cosa per farci sparire, però se vogliamo possiamo cambiare la nostra esistenza, la nostra condizione di vita, basta solo volerlo e di conseguenza impegnarci al massimo per raggiungere questo traguardo. Dato che io sono dell'idea che non bisogna aver paura di provare nuove emozioni, prendere nuove decisioni ecc., sempre comunque entro i limiti.

A seconda delle situazioni che si possono presentare, talvolta il senso che do alla vita in generale coincide con quello che do alla mia vita personale e talvolta no. Il mio comportamento, le mie scelte e i miei obiettivi sono, soprattutto, basati sul significato che io do alla mia vita.

Il significato della vita in generale combacia perfettamente con quello della mia vita personale, proprio perché quest'ultimo è nato dal primo e dirige completamente tutti i miei comportamenti.

Il significato che do alla vita ha diversi impatti sulla mia vita personale che dipendono dalle diverse situazioni che mi si possono presentare. I miei comportamenti spesso, ma non sempre, si adattano alle circostanze.

Le mie priorità e le mie scelte sono determinate dal momento e dalle varie situazioni che si presentano nella mia vita, e sono influenzate dal senso che do alla mia vita e non a quello che do alla vita in generale.

Ultimamente mi fa sentire impotente e a volte senza senso. Questo non vuol dire che evito di fare i miei doveri o quello che mi piace, ma continuo a vivere, solo un po' più "confusamente" di quando non pensavo tanto a queste cose.

In un certo senso tutto questo contribuisce a farmi pensare che ciò che mi circonda in realtà non mi appartiene, forse neppure il mio corpo. Di conseguenza non vale più soltanto la regola sull'agire: " fai ciò che vuoi rispettando la libertà degli altri ", ma altre più profonde che impegnano tutto me stesso.

La vita è una sola. Non è vero che i gatti hanno sette vite, perché una volta che il loro cuore ha smesso di battere non possono essere richiamati dagli inferi come in un gioco di fantascienza. Proprio per il concetto di "vita" che si è formato in me in questi anni mi comporto di conseguenza: vivo dei momenti di felicità e di gloria senza però "addormentarmi sugli allori", convinta che tutto ciò durerà in eterno, ma continuo a darmi da fare per mantenere i miei risultati. Vivo la vita con coraggio intelligente (sono temeraria e senza paura laddove so che la posta in gioco non è al di sopra delle mie possibilità) e con realismo risoluto (vedo la realtà così com'è sapendo che se davvero voglio ottenere qualcosa la otterrò).

Credo di avere, o almeno provo, un gran rispetto per ciò che ci circonda, la natura in primis. Di conseguenza prima di fare determinate azioni che potrebbero, anche per anni, compromettere (insieme a tante altre azioni) il futuro della nostra terra, ci penso. E se posso passare del tempo all'aria aperta, magari in un posto semplice come in un prato fiorito, preferisco.

Il mio modo di vedere la vita mi spinge a ricercare la felicità in ogni cosa che faccio, evitando ciò che ritengo sbagliato moralmente.

Ogni essere vivente ha secondo me lo stesso diritto di vivere.

Per ora la mia vita va avanti molto spontaneamente, nel senso che agisco seguendo l'istinto, faccio ciò che ritengo giusto per me e cerco di evitare di fare errori, cosa impossibile. Non ho ancora sentito la necessità di pormi queste domande, probabilmente perché è molto più comodo vivere in questo modo senza pensieri. D'altra parte credo che riflessioni su riflessioni facciano perdere la visione del nostro mondo e della nostra funzione in esso.

Guardando il cielo di notte ho sempre avuto il terrore di essere schiacciata dall'immensità dell'universo o dalle cose a me ignote. Stupida idea ripensandoci di giorno, ma ogni volta che è notte mi sento una piccola formica nel tutto. Questa sensazione mi ha diretto nella mia scelta di vita: cerco di dare importanza alle cose davvero importanti e non alle cose futili che non arricchiscono la voglia di vivere.

Curiosamente mi porta a buttarmi, a mettermi in gioco, a rischiare, a non "esistere" ma appunto a "vivere". La vita è un'occasione che non viene concessa due volte, bisogna assaporarla, accudirla, coccolarla, darle un senso. I miei comportamenti sono impostati sul vivere il presente, perché si vive di attimi che non ci si può lasciar scappare.

La mia vita personale è una piccola goccia nell'oceano della vita in generale. Nessuna goccia è indispensabile all'oceano, ma ognuna aiuta ad arricchirlo. Per questo dirigo i miei comportamenti, le mie scelte per arricchire e migliorare un pochino il piccolo mondo intorno a me.

Penso che questo modo di vedere le cose mi porti ad agire meno per etica e più per utilità, piacere, senso di giustizia personale, cercando di coniugare il volere della mente e il sentimento proveniente dal cuore.

La vita è una coincidenza, un insieme di fattori che ha funzionato da qualche milioni di anni fino ad oggi, e bisogna apprezzarla e sfruttarla al massimo. Per questo motivo mi impegno sempre al massimo in ciò che faccio e non perdo quasi mai tempo ma cerco sempre di fare qualcosa di utile.

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