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Cor-rispondenze

lunedì 16 marzo 2020

Un'idea di sé


Risultato immagini per chi sono io


Caro professore,
Ultimamente, anzi da molto tempo, cerco di avere un’idea complessiva di me attraverso il tempo e le situazioni. Vorrei dare un senso alla mia vita, non tanto in relazione al perché della mia esistenza, ma riguardo il mio essere attiva. Concretizzando i miei progetti posso determinare la mia esistenza, attraverso fatti concreti e non solo vaghi desideri. La scuola, la famiglia... sono solo alcuni tasselli che mi danno la possibilità di realizzarmi, ma dove? Come faccio anche avendo la possibilità, a essere cosciente di quello che sono sto diventando? Purtroppo non posso pensare che a una cosa per volta e mi manca la capacità di avere uno sguardo complessivo sul mio universo. Pensando al mio futuro immagino l'università, ma quest'ultima non sarà l'unica realtà nella quale muovermi. Insomma vorrei che la mia vita avesse un denominatore comune, ma quale? Per sopperire a questo problema allora mi fisso piccoli obbiettivi e stabilisco dei progetti da sviluppare in ogni singolo ambito della mia vita. Molte volte non sono capita e forse anche definita un'illusa, inconsapevole del fatto che ciò per cui lavoro non è che un inutile tentativo di modificare la mia identità di “muffa intelligente”. Desidero imporre la mia esistenza e identità ben consapevole che sia una tematica giovanile, e non per questo passeggera e inconcludente. Forse cado vittima della mia necessità di avere sempre un obiettivo al quale tendere (non riesco nemmeno a passeggiare non decidendo se girare poi a destra o sinistra) ma per mancanza di tempo (solo qualche decennio di vita) non vorrei correr rischio di perdermi per strada oppressa da aspettative altrui e controproducenti disillusioni accorgendomene troppo tardi.
Francesca, 3alfa


Cara Francesca,
Avere un’idea di sé attraverso il tempo e le situazioni è come chiedersi: chi sono io? o che cos’è questo io che cambia e ci accompagna tutta la vita?  Ma l’io è definibile come una cosa, un ente, un oggetto? Cartesio pensava di sì, pensava che l’io fosse ciò di cui noi non possiamo dubitare, riteneva che fosse la cosa più certa. Con il suo “Cogito ergo sum” (penso, dunque sono) la sua indagine sulla natura della mente era giunta ad un punto fermo: l’io è il soggetto che ci permette di riconoscere la nostra esistenza e di procedere poi sulla strada della conoscenza di noi stessi e del mondo esterno. Già, ma che cos’è questo io? Freud diceva che l’io, incalzato da istinti, realtà esterna e divieti, «non è padrone in casa propria», Sartre affermava che l’io «non è un abitante della coscienza», Milan Kundera nella sua Arte del romanzo scriveva: «Quanto più potente è il microscopio che osserva l’io, tanto più l’io e la sua unicità ci sfuggono. Ma se l’io e il suo carattere unico non possono essere colti nella vita interiore, dove e come li si può cogliere?». Ma allora come facciamo ad avere una prospettiva chiara del paesaggio della nostra vita se non sappiamo nulla di chi lo sta disegnando? Sartre ne L’essere e il nulla afferma che «La libertà umana precede l'essenza dell'uomo e la rende possibile, l'essenza dell'essere umano è in sospeso nella sua libertà. È dunque impossibile distinguere ciò che chiamiamo libertà dall'essere della "realtà umana"». Dire che la libertà umana precede l'essenza dell'uomo e la rende possibile significa sostenere che mentre l’essenza della libreria che ho qui davanti a me continuerà ad essere la stessa anche tra un’ora e in futuro, la nostra essenza (ciò che siamo) invece viene costituita gradualmente da noi stessi grazie alle azioni quotidiane. Sono le tue scelte che chiariranno chi sei – chi è Francesca. Potremmo dire che ogni giorno aggiungi un tassello alla tua essenza, una nota alla partitura musicale della tua vita. Questa partitura viene compilata insieme a te, non prima. Per questo gli uomini avvertono l’angoscia, che è più della paura di sbagliare o di fallire, perché sentono il peso della decisione di fronte alle alternative. Come fai ad essere cosciente di quello che [stai] diventando? Solo a poco a poco si rivelerà la tua natura. Potrai rimanere costante nelle decisioni che ritieni rilevanti o potrai scostare dalle indicazioni che ti sei data. Potrai rimanere fedele a certi valori e riconfermare le tue valutazioni, ma potrai anche decidere di orientarti in modo diverso. Ogni passo che farai ti aprirà una prospettiva nuova dinanzi. La prospettiva attuale è data dallo sguardo odierno; a seconda se ti sposterai in una direzione o in un’altra, con te cambierà anche l’orizzonte del paesaggio. Ma questo non significa che non ci sia un denominatore comune. Il «denominatore comune» delle tue attività è il modo in cui stabilisci relazioni, il modo in cui ascolti gli altri e ti prendi cura di loro. Quello che metti di tuo in tutto ciò che fai. Dalle attività scolastiche a quelle extrascolastiche, fai bene ad impegnarti e a stabilire «piccoli obbiettivi» e «progetti da sviluppare in ogni singolo ambito della [tua] vita». Ed è giusto che cerchi di «imporre la [tua] esistenza e identità», perché il tuo apporto in ogni campo è già fin da ora personalissimo e unico. La tua identità si manifesterà allora nel calore personale con cui seguirai le tue occupazioni; mentre nelle relazioni con le persone che incontrerai si riveleranno i valori che hai ritenuto importante ri-confermare nelle varie opzioni che la vita ti ha presentato.
Un caro saluto,
Alberto


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